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Sentenza Pellini, La Corte d’Appello confermava a luglio la confisca del patrimonio
(Articolo pubblicato in data 17.07.2023). Come già vi riferimmo sull’ultimo numero erano in tanti, ad attendere l’ufficialità della sentenza di conferma o meno della confisca dell’enorme patrimonio riconducile ai fratelli Pellini (in un primo momento prevista per l’8 giugno 2023 e poi rinviata tra la delusione dei presenti), da parte della Corte d’Appello del Tribunale di Napoli, attraverso apposita udienza camerale a porte chiuse, nella quale i giudici dell’VIII sezione (Presidente Rosa Maria Caturano) dovevano prendere una decisione cruciale attesa da associazioni di cittadini, gruppi di attivisti e sulla quale era intervenuto anche il Vescovo Antonio Di Donna. E lo scorso 13 luglio i giudici della Corte d’Appello ancora una volta si riservavano di decidere in merito alla conferma della confisca dei beni dei germani Pellini. Non avvalorando, quanto già anticipato nei giorni precedenti dalla stampa quotidiana. Anche in questo caso non mancava un sit in di alcuni cittadini davanti al Tribunale. Che si riservava pertanto di decidere anche sul non luogo a procedere sulla richiesta avanzata dagli avvocati dei Pellini, che chiedevano la restituzione del loro patrimonio mobiliare ed immobiliare. L’istanza alla Corte d’Appello dei legali dei Pellini da cui era scaturita l’udienza, puntava a far dichiarare inefficace la confisca del patrimonio decisa in primo grado nel 2019 dal Tribunale per le Misure di Prevenzione. L’inefficacia ipotizzata dagli avvocati degli smaltitori di rifiuti si basava sull’ipotesi, che sarebbe stato oltrepassato il termine dei 18 mesi, per decidere sulla conferma o meno della confisca in sede d’Appello. In sintesi dopo il sequestro, nonostante ci fosse un ricorso al secondo grado di giudizio, la Corte non si sarebbe espressa. Non avrebbe deciso. Non avrebbe depositato una seconda sentenza, né per rigettare le conclusioni della difesa, confermando il sequestro, né per dare ragione alla difesa, magari disponendo la revoca dei sigilli all’impero dei Pellini. Legali ai quali già era stata notificata la sentenza di confisca, depositata lunedì 19 giugno, avverso la quale i tre germani Pellini hanno già presentato ricorso in Cassazione. Sta di fatto che i Giudici della Corte d’Appello, in data 19.07.2023, ufficializzavano la confisca dell’ingente patrimonio. Un tesoro da 222 milioni di euro confiscato ai danni dei noti imprenditori, dopo la condanna per disastro ambientale aggravato in provincia di Napoli nei territori compresi tra Bacoli, Qualiano ed…
Read More »Confermata la confisca del patrimonio dei condannati. Gli avvocati: “Pellini trattati come mostri”
Ecco cosa scriveva la stampa quotidiana dopo la conferma, in data 19.07.2023, da parte dell’VIII sezione della Corte d’Appello del Tribunale di Napoli, della confisca del patrimonio dei fratelli Pellini. “Con la sentenza di rigetto dell’istanza presentata dagli avvocati Francesco Picca, Stefano Preziosi e Paola Tafuro, sentenza emanata dalla Corte d’Appello, il Tribunale di Napoli ha messo la parola fine a tutte le decisioni di sua competenza circa il destino del patrimonio di 222 milioni di euro confiscato ai fratelli Cuono, Giovanni e Salvatore Pellini, i tre imprenditori acerrani dello smaltimento dei rifiuti, condannati in via definitiva sei anni fa per disastro ambientale aggravato nel territorio della provincia di Napoli. L’ottava sezione penale dell’Appello (Presidente relatore Rosa Maria Caturano, Consiglieri Carlo Califano e Roberto Gaudio) ha dichiarato il “non luogo a provvedere” sull’istanza, con cui gli avvocati dei Pellini hanno chiesto il sostanziale annullamento della confisca del tesoro per decorrenza dei termini…”. Poi l’articolo aggiunge: “Non possiamo prendere una decisione, che la Corte stessa ha già preso di recente, decidendo per la conferma della confisca dei beni» – la spiegazione sulla decisione di oggi fornita dai giudici. Nel frattempo i legali dei fratelli Pellini commentano in modo molto duro questa vicenda. «Prendiamo atto – scrivono gli avvocati – com’ è giusto che sia, del provvedimento depositato dalla Corte di Appello di Napoli, sulla vicenda dei fratelli Pellini, evidenziando che la Corte ha, nei fatti, deciso di non decidere». Picca e Tafuro hanno preannunciato, che non molleranno affatto. «Riproporremo la questione della perdita di efficacia della confisca a carico dei Pellini davanti alla Corte di Cassazione» – confermano i due legali, che poi dedicano la gran parte del loro commento ad un attacco ad una parte della politica e della stampa. «Con l’occasione – sottolineano Tafuro e Picca – non possiamo che denunciare la “mostrificazione” dei fratelli Pellini e dei loro familiari portata avanti in queste settimane da alcuni politici e da alcuni organi di stampa, senza che fosse operata alcuna menzione della questione giuridica posta all’attenzione dell’autorità giudiziaria. Era stata infatti sollevata una questione strettamente processuale, che nulla aveva a che fare con la vicenda giudiziaria, per la quale i Pellini sono stati già giudicati ed hanno già espiato per intero la pena. La questione – specificano i difensori dei condannati per disastro ambientale aggravato – attiene ad un principio…
Read More »Sentenza Pellini, confermata dalla Corte d’Appello la confisca del patrimonio
Mercoledì 19 luglio 2023 i giudici dell’VIII sezione della Corte di Appello di Napoli (Presidente Rosa Maria Caturano) provvedevano a rigettare le istanze avanzate dai legali dei fratelli Cuono, Giovanni e Salvatore Pellini, gli avvocati Picca e Tafuro, tendenti a chiedere la restituzione dell’ingente patrimonio mobiliare ed immobiliare dei loro assistiti e puntando, a far dichiarare inefficace la confisca del patrimonio decisa in primo grado nel 2019 dal Tribunale per le Misure di Prevenzione. E pertanto, attraverso apposita udienza camerale a porte chiuse, ufficializzavano la sentenza di conferma della confisca dell’enorme patrimonio riconducile ai fratelli Pellini. Un tesoro, frutto dei proventi dello scarico dei rifiuti, da 222 milioni di euro fatto sequestrare dalla Direzione Distrettuale Antimafia agli inizi del 2017 ai danni dei noti imprenditori, dopo la condanna per disastro ambientale aggravato in provincia di Napoli nei territori compresi tra Bacoli, Qualiano ed Acerra. E nell’elenco del suddetto patrimonio, oltre ad elicotteri ed auto di lusso, vi sono case e ville anche nelle località turistiche più rinomate, oltre a molti i terreni. L’inefficacia ipotizzata dagli avvocati dei tre fratelli si basava sull’ipotesi, che sarebbe stato oltrepassato il termine dei 18 mesi, per decidere sulla conferma o meno della confisca in sede d’Appello. In sintesi dopo il sequestro, nonostante ci fosse un ricorso al secondo grado di giudizio, la Corte non si sarebbe espressa. Non avrebbe deciso. Ma di diverso avviso è stato il collegio giudicante.
Read More »Sentenza Pellini, non ancora confermata la confisca del patrimonio. Rogo nel palazzo confiscato
Come già vi riferimmo sull’ultimo numero erano in tanti, ad attendere l’ufficialità della sentenza di conferma o meno della confisca dell’enorme patrimonio riconducile ai fratelli Pellini (in un primo momento prevista per l’8 giugno 2023 e poi rinviata tra la delusione dei presenti), da parte della Corte d’Appello del Tribunale di Napoli, attraverso apposita udienza camerale a porte chiuse, nella quale i giudici dell’VIII sezione (Presidente Rosa Maria Caturano) dovevano prendere una decisione cruciale attesa da associazioni di cittadini, gruppi di attivisti e sulla quale era intervenuto anche il Vescovo Antonio Di Donna. E lo scorso 13 luglio i giudici della Corte d’Appello ancora una volta si riservavano di decidere in merito alla conferma della confisca dei beni dei germani Pellini. Non avvalorando, quanto già anticipato nei giorni precedenti dalla stampa quotidiana. Anche in questo caso non mancava un sit in di alcuni cittadini davanti al Tribunale. Che si riservava pertanto di decidere, nei prossimi giorni, anche sul non luogo a procedere sulla richiesta avanzata dagli avvocati dei Pellini, che chiedevano la restituzione del loro patrimonio mobiliare ed immobiliare. L’istanza alla Corte d’Appello dei legali dei Pellini da cui era scaturita l’udienza, puntava a far dichiarare inefficace la confisca del patrimonio decisa in primo grado nel 2019 dal Tribunale per le Misure di Prevenzione. L’inefficacia ipotizzata dagli avvocati degli smaltitori di rifiuti si basava sull’ipotesi, che sarebbe stato oltrepassato il termine dei 18 mesi, per decidere sulla conferma o meno della confisca in sede d’Appello. In sintesi dopo il sequestro, nonostante ci fosse un ricorso al secondo grado di giudizio, la Corte non si sarebbe espressa. Non avrebbe deciso. Non avrebbe depositato una seconda sentenza, né per rigettare le conclusioni della difesa, confermando il sequestro, né per dare ragione alla difesa, magari disponendo la revoca dei sigilli all’impero dei Pellini. Legali ai quali già era stata notificata la sentenza di confisca, depositata lunedì 19 giugno, avverso la quale i tre germani Pellini hanno già presentato ricorso in Cassazione. Sta di fatto che i Giudici della Corte d’Appello non hanno scritto la sentenza, forse unica nel suo genere, in merito al tesoro da 222 milioni di euro confiscato ai danni dei noti imprenditori, dopo la condanna per disastro ambientale aggravato in provincia di Napoli nei territori compresi tra Bacoli,…
Read More »Sacche dinanzi al Comune e all’Asl: “Questo è il sangue dei figli di Acerra”.
Due sacche ed alcune provette contenenti del liquido rosso ed un foglio: un inquietante messaggio: «Questo è il sangue dei figli di Acerra». Ecco cosa trovavano nei giorni scorsi gli agenti del locale Commissariato di Polizia davanti alla sede dell’Asl e del Comune. Il contenuto delle due sacche e delle provette sarebbe stato quindi analizzato, per verificare se si trattasse di vernice o di altra sostanza. Sul ritrovamento avviavano le dovute indagini i poliziotti, al lavoro per dare un volto e un’identità, a chi aveva lasciato le due sacche e le provette utilizzate di solito in ambiente medico, per contenere sangue da trasfusione e da analizzare. Gli inquirenti, che sull’episodio mantenevano il più stretto riserbo, acquisivano e visionavano le immagini degli impianti di videosorveglianza presenti in zona, ossia a via Flavio Gioia e a Viale della Democrazia, dove il contenitore era stato rivenuto sulle scale d’ingresso della Casa comunale. Che restava presidiata per alcune ore dagli inquirenti, per permettere ai colleghi della Scientifica, di fare tutti i necessari accertamenti tecnici. Sta di fatto, che gli investigatori non escludevano alcuna ipotesi. Il tutto avveniva nella notte precedente l’udienza camerale dell’VIII sezione della Corte d’Appello del Tribunale di Napoli, durante la quale i giudici dovevano sentenziare per la confisca o meno del corposo patrimonio dei fratelli Pellini.
Read More »Incendio in “Aria di Settembre”: i Volontari Antiroghi ed i Vigili del Fuoco evitano il peggio
Le prime ore di questo caldo mese di luglio venivano salutate dall’ennesimo rogo appiccato da ignoti ad un cumulo di rifiuti di varia tipologia illecitamente sversato. Ad andare in fiamme erano tutti i rifiuti lasciati in un appezzamento di terreno di circa 600 metri quadri, sito in località “Aria di Settembre”, al confine con il Comune di Casalnuovo, dove c’era l’ex campo rom. Pneumatici, plastica, legno, pezzi di auto, rifiuti solidi urbani, solventi ed altri rifiuti illecitamente abbandonati alimentavano, unitamente al forte vento, le alte fiamme di un incendio, che provocava una densa e nera nube, dall’odore acre, che in poco tempo le correnti d’aria spingevano verso il centro abitato acerrano. Una nube visibile a migliaia di metri di distanza. A dare l’allarme erano i Volontari dell’associazione Antiroghi di Acerra, attrezzatisi di recente a proprie spese con bici elettriche, che giungevano sul posto ed allertavano i Vigili del Fuoco. Di cui una squadra giungeva in pochi minuti da Afragola, provvedendo alle operazioni di spegnimento delle fiamme. Il tempestivo intervento dei caschi rossi impediva anche, che una considerevole quantità di sostanze tossiche e nocive, sprigionatesi dal rogo, si depositasse sui prodotti coltivati nei campi circostanti quello interessato dall’incendio. Prodotti di stagione che, una volta raccolti, finiranno anche sulle nostre tavole. Dopo circa un’ora di lavoro, i pompieri riuscivano a domare l’incendio e ad assicurarsi, che piccoli focolai non avrebbero innescato nuovi roghi. Ovviamente restava incerto, chi avrebbe poi eseguito la caratterizzazione e la successiva rimozione dei rifiuti che, nel frattempo, erano divenuti speciali. Purtroppo l’intera area è di continuo oggetto di sversamenti di rifiuti vari, tra i quali non manca il materiale edile da risulta ed il temutissimo amianto. E la presenza di arbusti e di vegetazione secca diventa lo scenario più favorevole per i malintenzionati, che volessero innescare incendi, per liberare l’area dai rifiuti e sversarne altri. I volontari Antiroghi e, nello specifico, Vincenzo Petrella, realizzavano anche un video dell’incendio, diffuso poi sui social, per testimoniare l’azione dei Vigili del Fuoco; per sensibilizzare le persone a non appiccare incendi e affinchè avvertano quanto prima le Forze dell’Ordine, qualora notassero un rogo. Proprio in queste settimane la locale sezione di Forza Italia, il cui coordinatore è Francesco Stompanato, sta portando avanti una petizione popolare, con tanto di raccolta firme,…
Read More »Sentenza Pellini, la Corte d’Appello conferma la confisca del patrimonio
Come già vi riferimmo sull’ultimo numero erano in tanti, lo scorso 8 giugno, ad attendere la sentenza di conferma o meno della confisca dell’enorme patrimonio riconducile ai fratelli Pellini, da parte della Corte d’Appello del Tribunale di Napoli, attraverso apposita udienza camerale a porte chiuse, nella quale i giudici dell’VIII sezione dovevano prendere una decisione cruciale attesa da associazioni di cittadini, gruppi di attivisti e sulla quale era intervenuto anche il Vescovo Antonio Di Donna. Alla fine l’udienza camerale, tra la delusione dei presenti, veniva rinviata al prossimo 13 luglio, per l’assenza del Presidente dell’8° sezione Rosa Maria Caturano. Udienza che era stata preceduta da alcune dichiarazioni rese alla stampa da parte dei cittadini, protagonisti di un sit in davanti al Tribunale. Ma nei giorni scorsi la stampa quotidiana riportava che i giudici della Corte d’Appello (Presidente Vittorio Melito) hanno depositato la sentenza di oltre 50 pagine, confermando la confisca dei beni. A questo punto il Tribunale dovrebbe sancire il non luogo a procedere sulla richiesta avanzata dagli avvocati dei fratelli Pellini, che chiedevano la restituzione del loro patrimonio mobiliare ed immobiliare. Legali ai quali, quindi, già è stata notificata la sentenza, depositata lunedì 19 giugno, avverso alla quale i germani Pellini hanno già presentato ricorso in Cassazione. Sta di fatto che i Giudici della Corte d’Appello il 13 luglio ufficializzeranno una decisione, forse unica nel suo genere, in merito al tesoro da 222 milioni di euro confiscato ai danni dei noti imprenditori, dopo la condanna per disastro ambientale aggravato in provincia di Napoli nei territori compresi tra Bacoli, Qualiano ed Acerra. Imprenditori locali dediti allo smaltimento dei rifiuti e condannati, com’è noto, in via definitiva a 7 anni di reclusione (ridotti a 4 con l’indulto) con l’accusa di disastro ambientale il 29 gennaio del 2015 dai giudici della IV sezione della Corte d’Appello del Tribunale di Napoli. Una sentenza poi confermata in data 17.05.2017 dalla Corte di Cassazione, a conclusione del processo d’Appello denominato “Ultimo Atto-Carosello”. Purtroppo c’era il timore, che i tempi biblici della giustizia avrebbero potuto far scattare, per decorrenza dei termini, l’inefficacia della confisca del tesoro, rimasta ferma al primo grado di giudizio. Nel frattempo dalla Terra dei Fuochi si moltiplicavano gli appelli, a scongiurare la restituzione del patrimonio considerato frutto dell’ecomafia. Il caso…
Read More »Pnrr e reddito di cittadinanza, le ultime operazioni delle Fiamme Gialle
Secondo quanto riporta l’ANSA, i dati relativi ai mesi tra il primo gennaio 2022 ed il 31 maggio 2023 parlano chiaro: sono circa 200 i percettori del reddito di cittadinanza, denunciati per mancanza dei requisiti necessari, per ottenere la misura di sostegno, per un totale di 11 milioni di euro, che dovranno essere restituiti (sempre che riescano a recuperarli). Inoltre, nel corso delle attività d’indagine e di controllo dei Finanzieri, si sono registrati 90 evasori totali, 375 lavoratori in nero scoperti, frodi al Fisco sui bonus edilizi ed energetici per 535 milioni di euro con 110 milioni di crediti inesistenti sequestrati e 294 persone denunciate. Queste cifre sono state rese note dopo la cerimonia per il 249° Anniversario della Fondazione della Guardia di Finanza, che si è svolta alla caserma sede delle Fiamme Gialle casertane “Domenico Bovenzo”. Il Comandante Provinciale Giuseppe Furciniti ha ringraziato i Finanzieri presenti per “l’impegno messo al servizio dei cittadini e per i risultati operativi conseguiti nel 2022 e nei primi cinque mesi di quest’anno”, ribadendo “l’importanza dell’attività svolta dalle Fiamme Gialle in questo particolare momento di crisi economica dovuto anche al prolungarsi della crisi russo-ucraina, al fine di contrastare ogni pratica fraudolenta e di neutralizzare, per tempo, eventuali tentativi di infiltrazione o ingerenza delle organizzazioni criminali nel tessuto imprenditoriale, cercando così di impedire che le sofferenze del Paese possano essere indegnamente sfruttate da operatori senza scrupoli”. In particolare l’attività della Guardia di Finanza di Caserta si sta concentrando anche sul corretto utilizzo dei fondi Pnrr. Nel mirino dei controlli i contributi a fondo perduto ed i finanziamenti bancari assistiti da garanzia, oggetto di 89 controlli, che hanno portato alla denuncia di 149 persone per l’indebita richiesta o percezione di oltre 1,5 milioni di euro. In totale gli interventi in materia di spesa pubblica sono stati oltre 1.600, con 153 persone segnalate alla Corte dei Conti per danni erariali. Sotto controllo anche gli appalti, con 41 interventi effettuati e 128 denunce.
Read More »Albanese 53enne accoltellato all’addome, salvo. Giovane acerrano accoltella la mamma in casa
Un uomo di 53 anni, L.S. veniva ferito in serata. Il fatto avveniva in via Leonardo da Vinci, in pieno centro storico e a qualche metro da piazzale Renella, che vede ogni giorno la presenza di tanti bambini. Soccorso dal personale del 118 e trasportato alla clinica Villa dei Fiori, restava in prognosi riservata. Ancora da ricostruire la dinamica del ferimento all’addome dell’uomo, di origine albanese, con un’arma da taglio. Sull’episodio avviavano le indagini gli agenti del locale Commissariato di Polizia. Un intervento dei sanitari, che permetteva all’uomo di cavarsela. Portato subito in sala operatoria per fermare l’emorragia interna, che lo avrebbe condotto alla morte, al momento dell’arrivo presso la struttura sanitaria l’uomo non era in grado di riferire nulla ai sanitari di quanto accaduto. A trasportarlo in clinica era un’autoambulanza del servizio sanitario nazionale, fatta arrivare d’urgenza sul posto, dove sembrerebbe ci fosse anche una pattuglia della Polizia Locale. Alla base del ferimento potrebbe esserci una lite tra connazionali forse in preda all’alcol i quali, prima di tirare fuori i coltelli, avevano iniziato a discutere ad alta voce, nonostante la presenza di tanti passanti. Gli inquirenti provvedevano ad acquisire le immagini registrate degli impianti di videosorveglianza presenti in zona e le vagliavano. Difficile però riuscire a dare un volto, un’identità ed un movente all’autore del ferimento, che si sarebbe allontanato velocemente dall’area, facendo perdere le proprie tracce. Così com’era arduo, raccogliere eventuali elementi investigativi utili dai presenti. Nessuna notizia ovviamente trapelava dagli investigatori coordinati dalla Procura della Repubblica di Nola. Intanto qualche giorno dopo si verificava un altro episodio inquietante. In piena notte, infatti, gli agenti del Commissariato di Acerra intervenivano presso il Pronto Soccorso di Villa dei Fiori per una segnalazione di una persona giunta con una ferita da arma da punta e taglio. I poliziotti accertavano che la donna, poco prima, mentre si trovava a casa, come già accaduto in precedenti occasioni, era stata aggredita dal figlio con un coltello, per essersi rifiutata di consegnargli del denaro. Gli agenti raggiungevano l’abitazione ed entravano con le chiavi fornite dalla donna, trovando l’uomo. Quest’ultimo, alla vista delle divise, li minacciava, puntando contro di loro una pistola. Ma dopo una colluttazione veniva disarmato e trovato in possesso anche di due coltelli. Gli agenti, dopo aver identificato l’uomo per un 26enne napoletano…
Read More »Carte di pagamento clonate per acquistare carburante, 26enne denunciato
Nello scorso mese di marzo il rappresentante legale di una società, con sede in Acerra, ha denunciato alla Polizia di Stato la clonazione e l’indebito utilizzo di alcune carte carburante elettroniche aziendali. Gli investigatori della Sottosezione Polizia Stradale di Fuorigrotta hanno iniziato le indagini, alla ricerca di chi avesse sottratto dal conto corrente bancario intestato all’azienda del denunciante un importo di circa 12.000 euro con 27 operazioni fraudolente effettuate con le carte carburante clonate. I poliziotti, attraverso la compagnia petrolifera, sono riusciti ad individuare i distributori, dov’era avvenuto l’acquisto del carburante, riuscendo così a ricostruire gli eventi. Inoltre, dall’analisi delle immagini di videosorveglianza acquisite e da altre fonti di prova raccolte, hanno notato un autocarro Fiat Ducato furgonato, di colore bianco e con targa di nazionalità polacca, il cui conducente era solito rifornire due cisterne dalla capienza di circa 1000 litri cadauna, poste all’interno dello stesso, utilizzando come metodo di pagamento delle carte di credito risultate clonate, pertanto utilizzate in maniera fraudolenta. Di recente i poliziotti hanno intercettato e controllato il veicolo nei pressi dello svincolo Tangenziale di Fuorigrotta, in cui hanno rinvenuto nel vano di carico due cisterne di plastica, con una capacità di 1000 litri cadauna, mentre nell’abitacolo hanno trovato altre due taniche di plastica di 10 litri cadauna per un carico effettivo totale di 1920 litri di carburante, 8 ricevute di carburante ed il telefono cellulare del conducente. L’uomo, un napoletano di 26 anni, è stato denunciato per la falsificazione di carte di credito, nonché sanzionato per violazioni della normativa A.D.R. per il trasporto di merci pericolose, l’inidoneità del veicolo per il trasporto delle sostanze e la mancanza di autorizzazioni, con ritiro della carta di circolazione e della patente di guida ai fini della sospensione. Ulteriori indagini sono in corso, per individuare le persone, che hanno subito altri addebiti fraudolenti per l’acquisto del carburante sequestrato e per accertare, mediante l’analisi dei dati desunti dallo smartphone, in che modalità sono avvenuti i pagamenti, avendo notato che i codici, per poter concludere illecitamente gli acquisti di carburante, erano stati inviati al 26enne attraverso chat dell’applicazione denominata “Telegram” a seguito di un pagamento effettuato attraverso ricarica di bitcoin.
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