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Tracciato un bilancio delle politiche ambientali in un anno di amministrazione

Ha avuto luogo lo scorso 16 ottobre la conferenza stampa indetta dal Sindaco e dall’Assessore all’Ambiente Marangio, per illustrare le misure messe in atto dall’amministrazione comunale in circa un anno di governo cittadino in materia di ambiente. Ad intervenire per primo era l’assessore all’Ambiente, che dichiarava: “Appena insediati dovemmo affrontare l’emergenza roghi con le esigue energie umane a disposizione. Anche perché gli interventi dei Vigili del Fuoco non sempre riescono ad essere tempestivi come dovrebbero. Però cominciammo a comprendere le misure che andavano prese, sia sotto l’aspetto preventivo che di intervento. E molto utile si è rivelata la creazione dell’Ufficio Ambiente, presso il quale adesso convergono dati, notizie e documenti utili agli amministratori. Da allora, però, abbiamo intrapreso la via dell’intervento attuato dal Comune, qualora ci siano fondi disponibili, anche laddove le competenze in materia di rimozione e smaltimento dei rifiuti illecitamente sversati siano di altri Enti. Ed un esempio di ciò – precisava il componente l’esecutivo – è rappresentato dalla zona PIP, che era una discarica a cielo aperto e dalla quale abbiamo portato via tonnellate di rifiuti anche speciali, spendendo la somma di 70 mila euro. Così come attualmente abbiamo stanziato un fondo da 60 mila euro, a cui attingere in caso di necessità, servendosi di un’impresa specializzata nel settore, che provvede alla caratterizzazione, rimozione e smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi. Oltre a ciò abbiamo intensificato l’azione di controllo del territorio da parte degli agenti della Polizia Municipale, a cui va il nostro ringraziamento”. Dal canto suo il Sindaco Esposito ricordava l’intervento di pulizia attuato dalla Regione sulla sponda dei Regi Lagni, con relativa piantumazione di alberi e mappatura degli scarichi illegali presenti lungo tutto il corso d’acqua. Così come ricordava che lo Stato ancora non ha ottemperato agli impegni presi con Acerra circa gli interventi di bonifica e di compensazione ambientale. Tant’è vero che presso il Castello Baronale in data 18.10.2010 è stato organizzato un incontro, al quale sono stati invitati i primi cittadini di 37 Comuni, per concordare iniziative utili, atte all’applicazione dell’Accordo di Programma Strategico per le compensazioni ambientali nella Regione Campania, datato 18 luglio 2008. Infatti ancora non c’è traccia dei 282 milioni di euro (di cui la metà a carico della Regione) stanziati dal citato Accordo, stipulato tra Governo, Regione…

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Dossieraggio sull’inceneritore. Ancora proteste dei comitati

Ancora in evidenza la questione ambientale e, nello specifico, quella che riguarda l’inceneritore del Pantano. Ed era affidato ad un comunicato stampa la posizione ufficiale ed il commento in merito da parte dell’attuale amministrazione cittadina. Nello stesso, infatti, si legge che “la questione rifiuti nuovamente riesplosa in Campania assume contorni addirittura da “dossieraggio” nel caso del Comune di Acerra. Mentre da un anno il Sindaco Esposito e l’Amministrazione da lui retta insistono, finora inutilmente, per un incontro al Governo, al fine di chiarire tutta una serie di aspetti cruciali, relativi alla sicurezza, alle garanzie ambientali ed al rispetto delle compensazioni (il tutto sottoscritto nell’accordo di programma dell’agosto 2009 in seguito all’apertura del più grande termovalorizzatore d’Europa), si è costretti a leggere su organi di stampa notizie inquietanti sul mancato funzionamento dell’impianto e sull’incertezza per quello che era stato definito un gioiello tecnologico. L’Amministrazione comunale ed i suoi cittadini, ai quali è proibito accedere al sito di interesse strategico, vengono a sapere da organi di stampa regionali e nazionali che “due forni sono già fuori uso e pieni di buchi e che il terzo si avvia a fare la stessa fine, dal momento che – afferma uno dei responsabili di Partenope Ambiente, controllata del gruppo A2A – la Fisia Babckock, che ha costruito il termovalorizzatore per conto di Impregilo, non ha messo le adeguate protezioni contro i fumi acidi prodotti dall’incenerimento della spazzatura. Forse per risparmiare soldi o tempo. I due forni vanno rifatti e per questo sono fermi. Secondo A2A, per rimettere in sesto l’impianto, smontando sostanzialmente i forni e sostituendoli che nuove strutture, occorreranno non meno di 11 milioni di euro”. Si tratta di dichiarazioni rese da un manager, che chiede riserbo circa la sua identità. Dichiarazioni che sono di una gravità inaudita. E la replica della Fibe non può evidentemente bastare a tranquillizzarci. Intanto l’Amministrazione comunale ribadisce l’urgenza di chiarezza e trasparenza di garanzie sulle condizioni di sicurezza dell’impianto, oltre che le previste bonifiche e compensazioni sottoscritte”. Nel frattempo i locali comitati ambientalisti ed alcune sigle partitiche di sinistra organizzavano lo scorso 26 settembre lungo le vie cittadine una manifestazione antinceneritore, facendo sfilare un carro allegorico, che riproduceva il discusso termodistruttore ed affidavano le loro ragioni ad un manifesto dal titolo: “Il grande bluff”. Nello stesso,…

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Depuratore ex Montefibre: scaduto il termine per indicare la data del referendum popolare

Come abbiamo più volte riferito in questi mesi relativamente al depuratore ex Montefibre, l’impianto è stato oggetto del rilascio, da parte della Giunta regionale della Campania in data 30.12.2009, attraverso il Decreto dirigenziale n.390, dell’Autorizzazione Ambientale Integrata, con cui si è autorizzato la “Ngp-Bio Natura srl”, ad esercire l’impianto Biac, sito nell’ex Montefibre e modificato al trattamento di rifiuti liquidi da soggetti esterni e per l’eliminazione o il recupero di rifiuti pericolosi e non (sebbene N.G.P. Bio Natura smentisca categoricamente). Notizia comunicata al Comune in data 7 gennaio 2010. Un’autorizzazione che contrasta con quanto deliberato dal Consiglio comunale del 21 ottobre 2009 che prevede, tra l’altro, di limitare l’autorizzazione ad un impianto di depurazione delle acque reflue industriali (cioè canalizzate direttamente) con esclusione dei rifiuti liquidi (cioè delle acque reflue industriali non canalizzate direttamente). E con l’art.4 dell’Accordo di Programma, approvato con Delibera di Consiglio comunale n.18 del 5 aprile 2006, che fa espresso riferimento all’adeguamento, con ammodernamento, dell’esistente impianto di depurazione del sito industriale Montefibre/NGP, al fine di depurare le acque reflue delle aziende del sito e delle aree circostanti. Un impianto di trattamento e di smaltimento di notevoli quantità di rifiuti, quotidianamente inviati nella nostra città con le autocisterne. Un depuratore destinato a trattare circa 2400 tonnellate al giorno (100 tonn/ora) di liquami o, se volete, un milione e 800mila metri cubi di acque tossiche. Tutti, comunque, sono in attesa di conoscere l’esito del ricorso (n.1523/2010) presentato al T.A.R. Campania lo scorso 18 marzo avverso il Decreto regionale dall’amministrazione comunale targata Esposito,  attraverso il proprio legale, l’Avv.V.Giuffrè, che ha vagliato gli aspetti tecnici della vicenda, per chiedere l’annullamento del suddetto provvedimento. Pertanto occorre attendere il prossimo 3 dicembre per conoscere le decisioni dell’organo giurisdizionale campano, susseguente alla costituzione in giudizio del Comune. “Ma lo scorso 26 settembre è scaduto il termine – accusa il Consigliere comunale d’opposizione Liguori (Pdl) – entro il quale il Sindaco avrebbe dovuto decidere la data del voto del referendum popolare contro la Ngp, recante la firma di 1850 persone e dichiarato ammissibile due mesi prima dalla Commissione, prevista dallo statuto comunale e nominata il I luglio scorso dal primo cittadino. Della stessa facevano parte il Segretario generale del Comune Dr.ssa M.Piscopo, il Vice-Segretario generale ed il cancelliere del Tribunale di Nola…

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Eppure sembra vero: i prodotti agricoli sono buoni !!

La notizia, secondo cui i prodotti agricoli acerrani non sono contaminati da sostanze tossiche, stando alle rassicurazioni fornite dal Ministero della Salute e dal Dipartimento dell’Unità di prevenzione dell’Asl Napoli 2, veniva confermata lo scorso 15 settembre dal responsabile di detta Unità Dr.Carmine Leone, che affermava di “acquistare e consumare da sempre prodotti agricoli locali e, ad oggi, di essere ancora più tranquillo, visto che lì dove sono emersi dati negativi, questi sono da imputare al cattivo funzionamento dei mezzi meccanici agricoli”. Dai risultati della campagna di monitoraggio iniziata oltre due anni fa e resi pubblici di recente, emerge che su 68 campioni di ortaggi prelevati nelle campagne acerrane solo tre, in località Frassitelli, risulterebbero inquinati da oli industriali. Cavolfiori, spinaci, insalate, pomodori e carciofi sarebbero privi di veleni, a differenza delle falde idriche e di alcuni terreni inquinati da metalli pesanti e dalla diossina. Ma se la notizia conferma che vi sono in loco produzioni di eccellenza, occorre evidenziare che ancora persiste il problema degli sversamenti abusivi e degli incendi di rifiuti pericolosi e non e che ancora non è partita la tanto attesa bonifica del territorio. Così come permane la crisi del comparto agricolo, che ha interessato le aziende del settore che operano ad Acerra. Eppure un legittimo dubbio assale, chi almeno in questi anni ha seguito costantemente la questione ambientale e, nello specifico, la questione agricoltura interessata dalla pubblicazione dei risultati dei carotaggi effettuati dall’Arpac e dall’Apat, che tracciarono una mappa delle sostanze tossiche e nocive presenti nei nostri terreni. E quando i tecnici dimostrarono come fosse reale il pericolo diossina e metalli pesanti ad Acerra, ecco le Ordinanza n.11 e n.12 del 10 aprile 2008, con le quali l’ex Sindaco Marletta ordinò ai proprietari e/o ai conduttori delle particelle di terreno “di procedere ad horas: alla distruzione dei prodotti agricoli oggetto di campionamento e/o degli eventuali nuovi prodotti agricoli messi a coltura con nuovi e diversi seminativi fino all’esito delle successive verifiche Apat e delle risultanze analitiche sui nuovi prodotti agricoli, che l’Asl Na 4 si è impegnata a campionare ed avviare all’Arpac; all’interdizione della produzione e della commercializzazione di ogni coltura di interesse alimentare umano e zootecnico, fino alla comunicazione dell’esito delle verifiche; al sequestro, ad opera di Polizia Municipale e Provinciale, dei…

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Riceviamo e pubblichiamo

Il Sindaco scappa, i dirigenti sono impreparati ed improduttivi. Povera Acerra! Lo scrivente, in qualità di  Presidente della Commissione consiliare di Vigilanza, ha riunito nella giornata di giovedì 16 settembre la Commissione stessa per fare il punto della situazione sullo stato degli atti relativi all’accordo di programma per le compensazioni per l’avvenuta realizzazione dell’inceneritore. Era stata disposta un’audizione del Sindaco e del dirigente Martone.  Il Sindaco ed il dirigente non sono intervenuti e non hanno giustificato l’assenza. Si è scoperto, nel corso della riunione, che il Comune di Acerra ha compromesso l’accordo di programma, sottraendo alcune opere pubbliche in esso previste e non realizzando i dovuti progetti. E’ chiaro che un accordo di programma inficiato dal Comune, senza sentire il Governo, non può essere posto in esecuzione ed il Ministero competente non può erogare i fondi previsti. Per l’assenza del Sindaco non è stato possibile capire che cosa ha finora prodotto l’amministrazione comunale sul versante inceneritore, né è stato possibile leggere atti eventualmente formalizzati. La realtà che sta emergendo è che il Comune non ha idee, né progetti e fino ad oggi nessuno ha visto atti, né alcuna forma di progettazione. Senza progetti lo Stato non può erogare finanziamenti. L’incapacità del centrosinistra che governa a Viale della Democrazia impedisce alla forze di Governo del Popolo della Libertà di muoversi nell’interesse degli acerrani, al fine di sbloccare l’esecuzione e realizzazione dei benefici e ristori alla popolazione per la realizzazione dell’inceneritore. E’ stato disposto un aggiornamento della commissione per procedere ad un’audizione del Sindaco, al fine di chiarire ed andare avanti con il contributo di tutti. Vedremo se Esposito non eviterà ancora una volta il confronto programmatico. In qualità di Sub Commissario Straordinario di Stato del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ribadisco che “è gravissimo che il Sindaco si sottragga al confronto politico-programmatico. Perché sfugge? L’incapacità e l’inadeguatezza del Sindaco e della sua congrega sono disarmanti, rendono questo paese indifendibile e probabilmente impediranno agli acerrani di essere risarciti per tutte le forme di inquinamento subìte e per la realizzazione dell’inceneritore, estromettendo Acerra dalla storia dello sviluppo industriale di questo paese e del Mezzogiorno d’Italia”.   Avv.Pier Giacinto Di Fiore

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Compensazioni per l’inceneritore: ancora un no dal Governo

Contemporaneamente al comunicato stampa inviato dal Consigliere del Pdl Di Fiore e relativo alle mancate compensazioni per il Comune per l’avvenuta realizzazione dell’inceneritore, stando all’Accordo di Programma siglato, da Roma il Governo rispondeva ancora ‘picche’. In una missiva indirizzata al Comune, la Direzione generale Tutela del Territorio e Risorse Idriche del Ministero dell’Ambiente replicava all’Ente di Viale della Democrazia, che sollecitava l’intervento del Ministero stesso, per dare seguito all’accordo di programma in merito alle compensazioni per l’emergenza rifiuti (inceneritore). “Gli Accordi operativi sottoscritti coi Comuni interessati dall’emergenza rifiuti in Campania – scrivono dalla Capitale – prevedono che l’avvio delle procedure finalizzate all’attuazione dell’Accordo debbano essere precedute dall’effettiva disponibilità delle risorse economiche in capo al Ministero dell’Ambiente”. La qualcosa sta a significare che al momento non ci sono soldi disponibili. “Quest’amministrazione – si legge inoltre nella lettera inviata al Comune – ha costantemente sollecitato i competenti organi istituzionali (Cipe), affinchè fosse dato seguito all’accredito dei fondi. A tali richieste (l’ultima datata 11 maggio 2010) ad oggi non è ancora stato dato seguito”. Continua a tenere banco, dunque, la questione relativa al “ristoro” economico, ossia alla somma che deve ricevere il Comune, a seguito dell’approvazione dello schema di protocollo d’intesa tra il Comune stesso e la struttura del Sottosegretario di Stato per l’emergenza rifiuti. Eppure nel luglio del 2008 erano 526 i milioni di euro, che dovevano servire per misure compensative ed interventi di risanamento ambientale in 37 Comuni. Poi sono diventati 288 milioni (144 a carico della Regione e 144 del Governo attraverso i fondi Fas), sempre per compensare i disagi di quelle amministrazioni che hanno ospitato discariche ed impianti per il ciclo dei rifiuti. Ma non è arrivato un solo euro di quelle somme, che l’amministrazione cittadina aveva già inserito nel Bilancio comunale. E così sono spariti gli annunciati sgravi fiscali sulle bollette elettriche, sulla Tarsu per gli acerrani e la corsia preferenziale per l’assunzione di manodopera nell’impianto. “Questi accordi sono carta straccia, non valgono nulla – tuona il Sindaco Esposito – come non valgono nulla le sentenze del Consiglio di Stato, che vietano di stoccare ecoballe sulle piazzole site di fronte all’inceneritore, in quanto fuorilegge. I fondi assicurati e non inviati servivano per la ristrutturazione della Casina Spinelli, la realizzazione del Parco Archeologico e l’allestimento nel Castello…

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Bufera sulla centrale elettrica nell’ex Montefibre: scarichi illeciti nei Regi Lagni

Il Comune di Acerra rilancia la vertenza ambientale attraverso una Conferenza di Servizi, tenutasi lo scorso 13 settembre a Napoli, presso la sede della Giunta Regionale e presieduta dalla Dr.ssa L.Pagnozzi, partendo dalla questione Friel, l’impianto di biomasse, che chiede l’autorizzazione agli scarichi di acque reflue per quattro anni nell’area industriale, che ospita l’inceneritore. Dall’incontro, al quale partecipavano i rappresentanti dell’azienda, dell’Arpac, della Regione, dell’Università “Parthenope” di Napoli e dei comitati ambientalisti locali (mentre erano assenti la Provincia, che comunque faceva pervenire una nota; l’ATO; l’Asl ed il Consorzio Asi) emergeva la posizione netta dell’Amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Esposito, ossia: no alle aziende che, in un territorio già martoriato dall’inquinamento, non rispettano le regole. Il Comune, rappresentato dal Segretario generale, nonché Dirigente del settore ambiente M.Piscopo, rilevava come la Friel, per i suoi scarichi industriali, si serva di un impianto di un’altra azienda, la NGP Bio-Natura srl (ex Montefibre), la cui attività è ferma. Lo smaltimento avviene nei Regi Lagni, in località “Omomorto”, con gravi rischi per la salute pubblica e senza alcun pre-trattamento in un’area già interessata dall’inquinamento della falda acquifera. I rilievi del Comune erano accolti dalla stessa Provincia. Da qui, la richiesta all’azienda di una serie di prescrizioni e di misure di tutela ambientale, perché possa svolgere la sua attività in condizioni di massima garanzia e sicurezza. Per l’azienda che gestisce l’impianto elettrico alimentato ad olio di palma, invece, lo sversamento degli scarichi industriali avverrebbe nel depuratore della Ngp (non entrato ancora in funzione) e di qui i liquami sarebbero convogliati a loro volta nell’impianto di depurazione consortile sito in località “Omomorto”, al confine tra Acerra e Caivano. Una querelle che gira sempre intorno alla richiesta di rilascio dell’Autorizzazione Ambientale Integrata (A.I.A.) necessaria per l’esercizio definitivo dell’impianto. Alla fine della Conferenza dei Servizi alla Friel venivano concessi 90 giorni per fornire tutte le documentazioni ufficiali, che attestino la realizzazione di una serie di prescrizioni e di misure di tutela ambientale, affinché possa svolgere la sua attività in condizioni di massima sicurezza e garanzia. Tra queste le misure fonometriche aggiornate delle emissioni al perimetro e delle immissioni degli eventuali ricettori abitativi; la presentazione dell’impianto di messa a terra, delle scariche e delle emissioni atmosferiche; il progetto in cui si illustri le tecniche, le precauzioni, le…

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Fondi regionali alla Friel: la Commissione Europea pone il veto

Intanto, oltre al nulla di fatto per il via libera definitivo alla centrale a biomasse in funzione in via provvisoria da tre anni nell’area ex Montefibre, sulla “Fri-el”, la società energetica che gestisce l’impianto acquistato 7 anni fa dalla Ngp, lo scorso 15 settembre si abbatteva anche il diniego della Commissione Europea, che vietava gli aiuti regionali per 19,5 milioni di euro previsti a favore della società per l’acquisizione della centrale elettrica dismessa e la sua riconversione in una centrale di produzione con biomasse. Lo rendeva noto lo stesso esecutivo Ue, sottolineando che l’aiuto ”non è compatibile” con le norme Ue sugli aiuti di stato. “Il progetto – rilevava la Commissione in una nota – era stato avviato ad Acerra molto prima della concessione degli aiuti, a dimostrazione del fatto che l’incentivo finanziario non era necessario per attrarre l’investimento. Inoltre – proseguiva la Commissione – l’entità degli aiuti non sembra commisurata ai benefici ricavati dalla Regione”. Poichè l’aiuto non è stato versato, non ci sarà necessità di recuperarlo. Già nei mesi scorsi la Dr.ssa M.Piscopo aveva chiesto un supplemento d’indagine, atto al rilascio dell’A.I.A. Secondo il Dirigente, prima di rilasciare una qualsiasi autorizzazione all’esercizio definitivo dell’impianto, è necessario chiarire quale sia l’impatto della nuova centrale elettrica da 74 megawatt di potenza, alimentata ad olio vegetale, sul territorio circostante. Alla Friel era stato anche richiesto di dimostrare che la riconversione dell’impianto, una volta alimentato ad olio combustibile ed oggi ad olio di palma, non vi abbia di fatto incrementato la potenza termica oltre la soglia dei 50 megawatt consentiti e che non vi siano stati “effetti negativi per l’uomo e per l’ambiente”. La centrale alimenta le linee elettriche della Terna (la società targata Enel che gestisce la rete nazionale) ed in futuro dovrebbe servire, anche quando e se ripartirà, il polo chimico, sito in contrada Pagliarone fermo da oltre 5 anni. L’investimento della Friel ammonta a circa 100 milioni di euro. “La centrale ceduta dalla Ngp nel 2003 – dichiara il rappresentante della società – era un impianto esistente e munito delle autorizzazioni alle emissioni ed agli scarichi”. Ma gli ambientalisti (Osis, Donne 29 agosto, Forum Ambientalista, ecc.), presenti alla Conferenza sono scesi sul piede di guerra, specificando che la centrale elettrica a biomasse non è preesistente, scarica illegalmente…

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Aperta alla cittadinanza l’isola ecologica in località “Mulino Vecchio”

E’ stata aperta all’utenza cittadina lo scorso 13 settembre, attraverso l’Ordinanza dirigenziale n.19 datata 10.09.2010 l’isola ecologica sita in località “Mulino Vecchio”, lungo la strada che conduce all’ex Montefibre. A sottolineare l’importanza dell’apertura di tale struttura, alla quale ha contribuito e non poco anche il Dirigente all’Igiene Urbana Dr.Vincenzo Casatldo, è stato l’Assessore all’Igiene Urbana Giuseppe Terracciano, il quale ha dichiarato: “Attraverso tale impianto l’amministrazione comunale intende potenziare ed incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti sul territorio cittadino, in modo da ridurre efficacemente il fenomeno dell’abbandono incontrollato dei rifiuti ed il loro conferimento indifferenziato nel circuito della raccolta dei rifiuti”. Dal giorno 13 settembre, dunque, il personale della società “Falzarano”, che svolge il servizio comunale di Igiene Urbana ed alla quale è stata affidata dal Comune la gestione della struttura, sta accogliendo i cittadini che ivi si recano. Pertanto i cittadini residenti ad Acerra possono conferire presso l’isola ecologica le tipologie di rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata di ciascuna utenza domestica per singole frazioni. Infatti il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9:00 alle ore 12:00 (relativamente al mattino) e dalle ore 14:00 alle ore 17:00 (relativamente al pomeriggio) ed il sabato dalle ore 9:00 alle ore 12:00 è possibile conferire: imballaggi di carta e cartone; imballaggi in materiali misti (plastica e lattine); carta e cartone; vetro; rifiuti biodegradabili di cucine e mense; abbigliamento (abiti usati); prodotti tessili (materassi in disuso); medicinali scaduti; pile esauste; pneumatici fuori uso e rifiuti biodegradabili (sfalci di potature). Si possono poi conferire piccole quantità di inerti (miscuglio di scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche); ingombranti (lavastoviglie, lavatrici, scaldini, mobili, reti e simili); apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi (frigoriferi, congelatori); apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, quali ad esempio televisori e monitor. E’ assolutamente vietato depositare all’esterno dell’isola ecologica materiale di qualsiasi natura. “Questa struttura rappresenta un passo importante verso il miglioramento delle condizioni igienico-ambientali del nostro territorio” – dichiara il Sindaco Tommaso Esposito. L’opera, del valore di 209.000,00 euro, fu realizzata dal Commissariato Straordinario di Governo e fu consegnata in via provvisoria al Comune, che prese atto della consegna con una Delibera di Giunta il 15.11.2007. La Delibera stabiliva che, ad avvenuta autorizzazione della Regione Campania, la struttura sarebbe stata consegnata al servizio di Igiene Urbana per l’utilizzo. Nel frattempo…

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La gente si ammala ma……

L’inquinamento prodotto oggi sarà pure buona parte eredità dal passato, ma intanto si continua e minaccia la salute e l’ambiente. L’ex Presidente della Provincia di Napoli Amato Lamberti in una lettera-denuncia inviata al Capo dello Stato afferma che nella nostra terra avvelenata non si dovrebbe coltivare più nulla. Un nuovo studio del Cnr indica che i tumori sono superiori 30 volte oltre la media. Parole drammatiche quelle di Lamberti, sociologo e coordinatore dell’Osservatorio contro la camorra. Che ha deciso di prendere carta e penna e di scrivere al Presidente Giorgio Napolitano, per spedire al Quirinale un appello accorato: «Ci aiuti lei. Qui il dramma ambientale è quotidiano e sta avvelenando tutti». L’accusa di Lamberti è agghiacciante e le sue parole sono sopportate da numerosi studi. Ultimo quello del geologo Giovanni Balestri che ricorda il ritrovamento in falda di sostanze cancerogene e tipologia dei rifiuti in essa smaltiti. In Campania si muore ancora di tumore per inquinamento ambientale e delle falde acquifere e gli abitanti di numerose masserie  utilizzano ancora i propri pozzi per uso alimentare. Ugualmente in zona si trovano numerose attività agricole e zootecniche, che utilizzano l’acqua estratta dalle falde per l’irrigazione ed il beveraggio. Una bomba ecologica che in pochi anni esploderà. «La situazione di inquinamento è certificata da Asl, Procure, Istituto Superiore di Sanità. Io non voglio danneggiare l’economia – spiega Lamberti – ma servono subito interventi. Il Ministero dell’Ambiente dovrebbe convocare subito un tavolo. I contadini dovrebbero fare solo biodiesel, coltivando mais e patate. Certamente ne guadagneremmo in salute: secondo uno studio in uscita del Cnr, redatto con l’Università Federico II ed il Suor Orsola, al quale ho collaborato insieme ad altri, in alcune zone il tasso di tumori è superiore alla media. Ad Acerra, Giugliano e nell’area nord non nascono solo pecore malformate, ma anche bambini malformati». Un’altra piaga di avvelenamento quotidiano è quello degli incendi dei rifiuti. La maggior parte dei residui bruciati sono frutto di lavorazioni tessili, manifatturiere e pneumatici. Materiali che dovrebbero essere recuperati, ma che vengono smaltiti illegalmente, perché costa di meno ed i controlli sono scarsi. A volte vengono dati pochi spiccioli a persone senza scrupoli, affinchè appicchino le fiamme, per far sparire ogni traccia dello sversamento illecito. Poi c’è il mercato dei pneumatici, su cui sfugge ogni tipo di…

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