Lo scorso 3 novembre la Polizia di Stato eseguiva un’ordinanza emessa dal Tribunale di Napoli – Sezione G.I.P. che disponeva l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere a carico di 7 persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati di trasferimento fraudolento di valori, usura aggravata dal metodo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione di armi aggravata dal metodo mafioso e detenzione e traffico di sostanze stupefacenti.
Veniva inoltre accertata la fittizia titolarità/disponibilità delle ditte operanti nel settore delle onoranze funebri sul territorio acerrano. L’attività investigativa, effettuata dal febbraio 2022 dalla Squadra Mobile di Napoli e dal Commissariato di Acerra, è stata diretta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Il blitz, però, si trasformava anche in un caso politico. Coinvolto nell’inchiesta c’è, infatti, un 35enne acerrano, che è il marito dell’ormai ex Assessore all’Urbanistica Maria De Rosa. Che, sabato 4 novembre, rassegnava le dimissioni dall’incarico in Giunta.
Le deleghe all’Urbanistica, Rapporti con l’associazionismo, Tutela del cittadino e dei consumatori, Sport e tempo libero, Abusivismo e Condono Edilizio, Catasto, Politiche giovanili e Forum dei Giovani, conferitegli con Decreto n.27 del 4 agosto 2022, venivano ascritte, con Decreto sindacale n.45/2023, al Sindaco Tito d’Errico. Il quale dichiarava:
“Ringrazio l’Assessore De Rosa per l’impegno profuso fin dal primo giorno della sua nomina in Giunta e svolto sempre nell’interesse della collettività. La sua scelta – aggiungeva il primo cittadino – rappresenta un gesto eticamente responsabile dal punto di vista personale e politico, in linea con un contesto amministrativo, che fin dall’insediamento ha improntato la sua azione sul rispetto delle istituzioni e degli incarichi ricoperti.
L’Amministrazione comunale, consapevole che ogni persona è da ritenersi innocente fino a condanna definitiva passata in giudicato, plaude convinta al lavoro della Magistratura e delle Forze dell’Ordine che, quotidianamente, operano sul territorio a difesa dei cittadini e delle istituzioni”.
Poche ore dopo veniva divulgata la lettera di dimissioni da Assessore dell’ex componente l’esecutivo ed indirizzata alla fascia tricolore, nella quale si legge:
“Avendo totale e piena fiducia, che la Giustizia possa fare pienamente il suo corso, sono convinta che queste vicende personali, non possano avere alcuna ricaduta sul lavoro, che va compiuto per la città di Acerra e per gli Acerrani. La mia decisione vuole appunto agevolare questo percorso”.
De Rosa, 32 anni, eletta alle amministrative dell’anno scorso in Consiglio comunale nella lista civica ‘Siamo Acerra’ con 628 preferenze (seconda tra i candidati della sua compagine) e poi nominata Assessore da d’Errico, sottolineava con toni pacati il “grande rammarico”, nel comunicare le proprie dimissioni e ringrazia il Sindaco per la fiducia accordata.
“Oggi – proseguiva l’ex assessore, estranea all’inchiesta – devo chiudere quest’esperienza e rassegnare le dimissioni per ragioni strettamente personali e familiari. In questo momento sento l’esigenza, di essere quanto più vicina alla mia famiglia ed ai miei cari e questo non rende più possibile il mio impegno amministrativo.
Ho quindi piena fiducia, che la Giustizia possa fare pienamente il suo corso”. De Rosa, infine, ringraziava “i colleghi della Giunta, il Presidente del Consiglio comunale e tutti i Consiglieri comunali, nonché i Dirigenti e tutta la struttura comunale. “Con ognuno di essi – concludeva – ho avuto rapporti di grande correttezza e collaborazione nell’esclusivo interesse della città e dei cittadini. Auguro a tutti di proseguire con successo quest’esperienza politica”.
Le motivazioni rese da De Rosa sarebbero state poi lette dal Sindaco nell’aula consiliare durante il Consiglio comunale di martedì 14 novembre.
Intanto l’on.Carmela Auriemma voleva vederci chiaro e diceva. «Ho parlato di questa vicenda con la capogruppo in Commissione Antimafia, Stefania Ascari e, nelle prossime ore, depositeremo un’interrogazione parlamentare sui fatti di Acerra». Ma la grillina non vuole vederci chiaro, invece, su un suo collega che, come lei, siede tra i banchi dell’opposizione alla Camera, ossia quel Soumahoro, che ha la moglie e la suocera in stato di arresto ed il cognato indagato?
Non vuole vederci chiaro sulla pentastellata Chiara Appendino, condannata ad 1 anno e 6 mesi di reclusione? Né tantomeno vuole guardare tra i banchi dell’opposizione in Consiglio comunale ad Acerra, dove siede un Consigliere con il genitore condannato con sentenza definitiva!!
Joseph Fontano