E’, di questi giorni, un dibattito sviluppatosi soprattutto attraverso i social, circa la presunta presenza di rilievi di radioattività registrati con strumenti propri da un privato cittadino, Tony Petrella, in località Calabricito, dove una volta insisteva il bosco di Acerra, nei pressi delle sorgenti del Riullo. Sorgenti che, per qualche anno, “sparirono dalla circolazione” e che confinano anche con il casertano.
In verità Petrella, in qualità di presidente del comitato “Volontari per Francesco”, aveva già trasmesso la copia dell’esposto-denuncia, in data 20.02.2017, all’allora sindaco Lettieri e che aveva presentato ai Carabinieri Forestali di Napoli avente ad oggetto, per l’appunto, un rilevamento di dati anomali di radioattività presso le suddette sorgenti. Esposto di cui il Tribunale di Nola decretò l’archiviazione, dichiarandosi non competente sul fatto. Intanto il denunciante precisa, di non aver mai avuto riscontro da parte dell’ex fascia tricolore.
Ma quand’è, che torna alla ribalta questa vicenda? Poche ore dopo, che l’attuale presidente del Consiglio comunale informa la cittadinanza, che “i dipendenti comunali sono a lavoro, per rendere questi spazi massimamente fruibili, con l’acqua delle sorgenti che sgorga di nuovo. In tal modo presto i ragazzi acerrani saranno in gita proprio in quest’oasi”.
Ed aggiunge che “un militare, nel 2014, affetto da psioriasi, fece dei bagni termali alle Sorgenti del Riullo, ottenendone uno straordinario risultato. Ora, sapendo che le sorgenti sono riaffiorate, ha continuato i bagni alle Sorgenti, come documentato da foto e video”.
E già qualcuno, nel definirle un bene inestimabile, ipotizza che lì potranno rinascere le terme romane. Ovviamente il luogo va curato, anche per far sì, che l’acqua defluisca liberamente negli alvei.
Apriti cielo!! Petrella, evidentemente supportato da dati inconfutabili, si rivolge a tutte le scuole ed esorta i ragazzi, che volessero accettare l’invito di Lettieri, a trascorrere delle ore liete al Riullo, “di chiedergli, se se la sente di assumersi la responsabilità di mandarli lì, col rischio di beccarsi una leucemia”.
E di farsi garantire, che “la presenza di alti valori di radioattività non nuocciano alla salute e non espongano i ragazzi al rischio di contrarre leucemia”.
E poi ammonisce gli ambientalisti di Acerra, “a non rendersi responsabili delle conseguenze, che possono scaturire dalla propaganda a favore del Riullo, sede di alti valori di radioattività”.
Allora i punti fermi sono: la presenza, in quell’area, ormai da decenni, di una grande discarica di rifiuti tossici e nocivi non ancora bonificata.
La presenza, in quell’area, di centinaia di cittadini, con tanto di attività ludiche e ricreative svolte, quando riapparvero le acque sorgive, di cui alcuni facevano scorte e che altri bevevano.
La mancata trasmissione, da parte del Petrella, dell’esposto-denuncia al Dirigente comunale all’Ambiente. L’autorità e l’attendibilità delle strumentazioni utilizzate dal Petrella, per verificare il livello reale di radioattività presente in quel contesto territoriale.
E non è un mistero, che l’organo ufficiale deputato a svolgere indagini ambientali in Campania è l’Agenzia regionale per la Protezione Ambientale (Arpac). Qualora le affermazioni (e non le ipotesi) del Petrella non fossero suffragate da dati scientifici riscontrati, scatterebbe una denuncia per procurato allarme?
Se Lettieri non avesse “riscoperto il Riullo”, nessuno si sarebbe ricordato della “Chernobyl acerrana”? Intanto l’opposizione ha chiesto la convocazione della competente Commissione consiliare, con la richiesta audizione del denunciante, “anche se trattasi di millantato allarme”. Mah.
J.F.