Si presentavano dinanzi alla porta di casa di un imprenditore del posto, titolare di una ditta di smaltimento dei rifiuti, a via Nuzzo, indossando le pettorine con la scritta ‘Guardia di Finanza’ e con il volto travisato dicendo, che avrebbero dovuto eseguire una perquisizione.
Ma una volta che l’ignara moglie del proprietario apriva la porta di casa, i malviventi entravano e mettevano a segno una clamorosa rapina. Il marito, uscito per lavoro, attirato dal sistema di allarme della casa, azionato ogni volta che qualcuno entra ed esce dall’ingresso, guardava il messaggio di allerta arrivatogli sul cellulare e che, attraverso le telecamere, gli fa vedere cosa accade nell’abitazione.
Insospettitosi faceva rientro a casa, ma qui i delinquenti gli legavano i polsi dinanzi alla moglie ed ai tre figli conducendolo, probabilmente, in cantina. Il fatto avveniva nei giorni scorsi di mattina, poco dopo le 7:00 e la notizia non impiegava molto, ad essere riportata dai giornali on line e a fare il giro della città. La vittima, un 35enne, però, riusciva a liberarsi.
Ne nasceva una colluttazione con i rapinatori. Nel frattempo la moglie dell’imprenditore, che si era messa ad urlare, per richiamare l’attenzione dei vicini, che accorrevano in suo soccorso, chiamava i Carabinieri che, in pochi minuti, giungevano sul posto. Intanto i cittadini accorsi iniziavano ad inseguire i ladri. Tre dei quattro venivano acciuffati e picchiati.
I Militari dell’Arma, con non poche difficoltà, riuscivano a bloccare due banditi, mentre altri due fuggivano, portando via ciò che potevano. In manette finivano due pluripregiudicati, G.B. di 45 anni di Villaricca e L.M. di 37 anni di Melito che era in semilibertà e che era appena uscito dal carcere. Devono rispondere di sequestro di persona, lesioni, rapina e possesso di segni distintivi contraffatti.
Tre giorni dopo affrontavano l’udienza di convalida davanti al Gip del Tribunale di Nola Daniela Critelli. Nelle vicinanze dell’abitazione i Carabinieri ritrovavano un’auto, una Fiat Panda, poi sequestrata. All’interno c’erano un lampeggiante di colore blu in uso alle Forze dell’Ordine, una mascherina chirurgica di colore nero con stemma della Gdf, un paio di manette in plastica di colore argento, due cappellini con visiera recanti lo stemma ‘Gdf’, una pistola scacciacani, 1 pettorina di colore blu con una scritta “Guardia di Finanza” e 2 targhe per auto adesive incollate su quelle originali.
Trovata anche l’intera refurtiva appena rubata e restituita al legittimo proprietario. I falsi berretti verdi, infatti, si sarebbero fatti dare dal malcapitato la combinazione della cassaforte, da cui avrebbero prelevato cinque Rolex e circa 50 mila euro in contanti. A causa della colluttazione sia la vittima che i rapinatori venivano trasferiti presso la clinica Villa dei Fiori.
L’imprenditore ne avrebbe avuto per 10 giorni, mentre uno dei due arrestati veniva dimesso con 7 giorni di prognosi, per aver riportato profonde ferite alla testa. Le indagini venivano condotte dai Carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna e da quelli della locale stazione, agli ordini del Comandante Giovanni Caccavale, per dare un volto e un’identità agli altri due complici, che avevano fatto perdere le proprie tracce e per verificare se i quattro, si fossero resi responsabili in quei giorni di altri reati simili nella zona a Nord di Napoli.