Era un quotidiano, in data 09.04.2023, a riferire di una presunta irregolarità commessa da un agente del locale Comando della Polizia Municipale. A seguito della quale sarebbe stato rimosso dal precedente incarico, per essere destinato a compiti di viabilità.
Ecco di seguito il testo. “Bufera sul Comando della Polizia Locale. Un giovane agente, ritenuto molto vicino ad un politico di Acerra, al termine di un’articolata attività investigativa (partita da un esposto di un consigliere comunale, che aveva raccolto la segnalazione a mezzo social di un automobilista), è stato raggiunto da un’elezione di domicilio.
Il motivo? Per aver “modificato” un verbale di contravvenzione su richiesta di un soggetto terzo, favorendo il destinatario del provvedimento amministrativo. Il giovane casco bianco sarebbe stato sollevato dal suo precedente delicato incarico e messo in strada, a fare controlli diversi. Naturalmente – proseguiva l’articolo – sulla delicata vicenda vige il massimo riserbo da parte dei vertici del Comando e dello stesso primo cittadino d’Errico, che si è tenuto per sé la delicata delega alla Polizia Locale.
Almeno per quanto sarebbe possibile sapere, sarebbe nelle mani di un alter ego. Un altro politico, cioè, che dalla sua stanza ha analogo controllo sullo specifico assessorato, decidendo (anzi è il caso di dire, imponendo) il proprio volere al Comandante della Polizia Locale, Questi si limiterebbe a firmare i turni dopo l’approvazione, in modo occulto, del ‘consigliere invisibile’, che detiene il reale controllo dei caschi bianchi acerrani.
Una vicenda perlomeno strana, che arriva in un momento decisamente delicato per il Comando della Polizia Locale, da mesi nell’occhio del ciclone a seguito dell’attività investigativa delle Fiamme Gialle, che stanno cercando di trovare riscontro alle denunce presentate a novembre scorso dai consiglieri comunali Piatto e Auriemma.
I due – aggiungeva il quotidiano – avrebbero svelato i retroscena dei concorsi per l’assunzione a tempo indeterminato di due ufficiali, senza che avessero i necessari requisiti previsti dal bando di selezione. A chiudere il cerchio, facendo tremare amministrativi e politici, l’assunzione prima a Procida e poi a Sant’Anastasia (sempre come vigile urbano) del figlio dell’assessore, senza che avesse giammai ottenuto l’idoneità. Su queste incresciose vicende indagano non solo la Procura di Nola ma anche quella di Napoli, a cui alcuni consiglieri comunali dell’isola hanno trasmesso gli atti.
Per molto meno di quanto è venuto alla luce nel corso di questi mesi – concludeva l’articolo – diverse Procure d’Italia hanno emesso non solo avvisi di garanzia, ma anche misure cautelari (vedi proprio Sant’Anastasia) che hanno portato in carcere politici e addirittura vertici burocratici.
Nel frattempo i consiglieri comunali di opposizione, in un comunicato stampa, scrivevano “di aver scritto al Sindaco ed al Comandante della Polizia Municipale dopo la notizia pubblicata dal quotidiano circa la contravvenzione modificata. E chiedevano: quali sono i provvedimenti disciplinari assunti; se l’agente è parente di un amministratore in carica all’epoca dei fatti e se tale amministratore è in carica anche con la nuova amministrazione”.