Laudando: “Per Piatto il Puc era buono, finchè non comprese, che non era lui il candidato Sindaco”.

A replicare duramente al Consigliere di opposizione Andrea Piatto, a seguito del suo intervento sul Piano Urbanistico comunale, così come illustrato in Consiglio comunale dal Sindaco d’Errico, era il Consigliere Antonio Laudando, il quale diceva:

“La storia del Puc risale ad almeno 40 anni fa ed ha conosciuto una fase importante anche con il sindaco Marletta, di cui Piatto era un Assessore. Poi abbiamo avuto il periodo del sindaco Esposito, il decennio Lettieri e, durante il suo secondo mandato in Giunta, a settembre 2021, è stato riadottato lo strumento urbanistico con la presenza dell’Assessore di riferimento di Piatto, che era Presidente del Consiglio comunale.

Quando a marzo del 2022 Piatto comprese – incalzava Laudando –  che non sarebbe stato lui il candidato sindaco alle ultime amministrative, allora cominciò a criticare il Puc. Io sostengo, invece, che è giusto e corretto, che il Sindaco faccia tutti i passaggi istituzionali previsti. Piatto parla nel Civico consesso di conflitti d’interesse e mente, sapendo di mentire. Inoltre si riferisce solo a parti dello strumento urbanistico e non lo tratta nella sua interezza.

E lo fa perché chi ascolta, deve capire un’altra cosa. Avevo 17 anni, quando con gli amici di ‘Lista 30’ incontrammo l’allora sindaco Marletta, che ci parlò di programmazione del territorio. Fin da allora, a costo di perdere qualche consenso, sostenemmo che, in luogo dello stadio, andasse costruita una villa comunale, di cui Acerra era priva, di cui grandi e piccoli potessero usufruire.

Una linea che abbiamo mantenuto fino ad oggi. Credo che questo semplice esempio di coerenza sia sufficiente. Ecco perché dobbiamo fare chiarezza, con coloro che ci ascoltano. Infatti il Piano Urbanistico va redatto nell’interesse dell’intera comunità, non solo di qualche persona, perché esso determina il futuro dell’intera città.

Il Sindaco – aggiungeva il Consigliere – sta andando avanti molto spedito e la data del 31 dicembre prossimo evocata dal leader della minoranza non ci spaventa affatto. L’opposizione, come al solito, mira solo ad ostacolare il lavoro di chi amministra e si presenta sempre senza proposte”.

Altro punto all’ordine del giorno era la proposta di deliberazione presentata dall’opposizione e relativa alla liquidazione rimborso ai datori di lavoro per permessi dei componenti di Giunta e Consiglio comunale. Proposta bocciata con 12 voti contrari ed 8 favorevoli.

Secondo i proponenti in virtù del principio di trasparenza le somme erogate andrebbero indicate con una Determina dirigenziale, comprensiva di tutti gli atti annessi e connessi, che viene pubblicata anziché con un dispositivo di liquidazione, che invece non viene pubblicato. A replicare alla proposta era il Vice-Sindaco Gennaro Iovino, il quale diceva:

“Laddove dovessero essere richiesti ed espressi i pareri di cui trattasi, gli stessi sarebbero negativi e non favorevoli. La disciplina degli articoli 79 ed 80 del Tuel, richiamati alla base della proposta deliberativa, è rivolta esclusivamente ai Consiglieri e non ai componenti della Giunta (che non prendono permessi onerosi, ma si pongono in aspettativa non retribuita), come erroneamente riportato nella proposta in esame.

La normativa vigente – proseguiva l’Assessore, che citava varie norme di legge – in nessuna sua parte, prevede l’obbligo di liquidare i permessi dei Consiglieri ai datori di lavoro attraverso determinazioni dirigenziali, strumento utilizzato esclusivamente, per impegnare la spesa e/o per liquidare congiuntamente la spesa, ma mai solo per liquidare la spesa.

Nel caso di specie gli oneri derivanti dai suddetti articoli rientrano nei cosiddetti impegni automatici alla stessa stregua degli oneri riflessi dei dipendenti. I dirigenti che si sono avvicendati nella gestione degli organi istituzionali nell’ultimo quinquennio e quindi nella liquidazione delle spese, non hanno mai utilizzato un metodo uniforme, alternando dispositivi e Determine senza uno specifico criterio dirimente.

I rimborsi dei permessi non sono rilevanti ai fini dell’Iva e non necessitano di fatturazione da parte dei datori di lavoro”.

 

Joseph Fontano

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