Nel proseguire nella sua relazione composta da sei pagine sul Piano Urbanistico comunale, illustrata all’aula martedì 28 marzo durante il Consiglio comunale, il Sindaco Tito d’Errico, tra l’altro, aggiungeva:
“La Città Metropolitana eccepisce sulla localizzazione dei nuovi insediamenti residenziali, produttivi e terziari, lamentando che questi occupino le aree agricole individuate dal disegno di PTC (aree agricole periurbane, ordinarie e di particolare rilevanza) e non le aree all’uopo segnalate dallo stesso disegno (insediamento urbano prevalentemente consolidato ed aree di consolidamento urbanistico e riqualificazione ambientale).
Va però segnalato, che il disegno delle zone del PTC, di cui fa riferimento l’osservazione, risale a 25 anni fa e non tiene conto della reale occupazione di territorio della città. Infatti il Comune, mediante diverse osservazioni, ha fatto notare, che le stesse aree già urbanizzate rientrano nelle aree, che il PTC segnala come agricole. In effetti la mancata corrispondenza con il disegno del PTC deriva dal mancato aggiornamento dello stesso.
Lo stesso organo sovracomunale segnala il fatto, che nelle zone B7 e B8 per i lotti oggetto di lottizzazioni abusive o dove gli edifici abusivi non sono condonabili, questi devono essere oggetto di ‘diversa zonizzazione’ e che l’inclusione in una nuova zona B non costituisce sanatoria o condizione di sanabilità di opere abusivamente realizzate.
Il Puc ha in realtà operato tale distinzione – precisava la fascia tricolore – perchè ha individuato le zone B7 e B8, nelle quali la suddivisione fra edifici legittimi o legittimati tramite sanatoria è di tipo normativo. Nessuna sanatoria o condizione di sanabilità di opere realizzate abusivamente avviene con il Puc”.
Il primo cittadino ricordava anche, che Città Metropolitana ha eccepito il fatto, che sia stata riportata una fascia di rispetto cimiteriale inferiore a quella stabilita per legge e che vadano eliminate le previsioni di zona C2, che rientrano all’interno di detta perimetrazione. Nel rappresentare la situazione attuale, il Sindaco concludeva, dicendo:
“L’art.3 del Reg.n.5/2011 stabilisce, che il Piano adottato, acquisiti i pareri obbligatori, è trasmesso al competente organo consiliare che lo approva, tenendo conto di eventuali osservazioni accoglibili, comprese quelle dell’Amministrazione provinciale o regionale e dei pareri e degli atti, o lo restituisce alla Giunta per la rielaborazione, nel termine perentorio di 60 giorni dal ricevimento degli atti al Consiglio comunale a pena di decadenza del Piano adottato.
Si ritiene necessario, a questo punto, verificare le corrette modalità di approvazione del Piano in Consiglio comunale, per evitare eventuali problemi dovuti a profili di invalidità, illegittimità, eventuale nullità, inefficacia dei procedimenti generali e particolari intervenuti e quali siano gli eventuali rimedi esperibili da parte dell’Amministrazione.
Si stanno valutando al momento – terminava d’Errico – i rischi connessi all’eventuale approvazione del Puc, pur in presenza di un parere di non coerenza espresso da Città Metropolitana, considerato che l’adeguamento del Puc ai rilievi mossi da Città Metropolitana, comporterebbe la totale rielaborazione della proposta di Piano, sia per quanto concerne le previsioni strutturali che quelle programmatiche ed operative e, di conseguenza, il rinnovo dell’intero procedimento di formazione. Allo stato si è in attesa dell’ultimo parere prescritto dalla normativa, ossia quello dell’Asl territorialmente competente”.
Non soddisfatto con quanto relazionato dal Sindaco era il Consigliere di minoranza Andrea Piatto, il quale affermava: “Il 28 aprile dell’anno scorso la Dirigente comunale all’Urbanistica Martone aveva trasferito il Piano a tutti gli Enti interessati per l’approvazione, compreso il Consiglio comunale. Ma ad oggi non è stato approvato.
Se fossimo a luglio del 2022, la relazione del sindaco avrebbe un senso e mi adeguerei ai termini di scadenza delle norme di salvaguardia. Allo stato il primo cittadino non sa, se porterà il Piano nel Civico consesso per l’approvazione o se esso va adeguato ai pareri forniti da Città Metropolitana. Spero – aggiungeva Piatto – che portiate il Puc in Consiglio, in modo che i cittadini possano comprendere la verità.
Qui occorre convocare la Conferenza dei Servizi, per superare le dichiarazioni di non conformità rilasciate da Città Metropolitana. Inoltre sono scadute le norme di salvaguardia e sono in corso modifiche territoriali. Intanto il prossimo 31 dicembre saranno commissariati i Comuni, che non avranno approvato il Piano Urbanistico.
Come opposizione abbiamo chiesto di recepire le prescrizioni della provincia, in particolare sul consumo di suolo agricolo e saturazione delle aree edificabili del centro”.
J.F.