Il Sindaco ha relazionato in Consiglio comunale sul Piano Urbanistico comunale

Si teneva lo scorso 28 marzo il Consiglio comunale che aveva, tra i punti all’ordine del giorno, “il Piano Urbanistico comunale (Puc). Stato del procedimento e relazione del Sindaco”.

Un Piano che, com’è noto, dopo 14 anni, ancora attende di vedere la luce, durante i quali sono stati spesi oltre 330 mila euro e che, il 30 settembre 2021, era stato riadottato con Delibera di Giunta n.168 da parte dell’esecutivo targato Lettieri (sempre assente nelle riunioni di Giunta) dopo la bocciatura, di fatto, in data 27.12.2019, da parte della Città Metropolitana e con cui far scattare le norme di salvaguardia.

Città Metropolitana di Napoli che si espresse il 13 aprile 2022, attraverso la Determina dirigenziale n.2790, bocciando di nuovo il Piano.

La proposta di PUC del Comune di Acerra non è coerente con le strategie a scala sovracomunale” – si leggeva, tra l’altro, nell’atto amministrativo, ripetendo la stessa motivazione addotta circa tre anni fa. Una vera e propria doccia fredda per l’amministrazione uscente. Lo strumento urbanistico proposto, quindi, è sovradimensionato e comporta un ingiustificato consumo di suolo, per costruire nuovi alloggi residenziali (2382). Inoltre è errato sia il dimensionamento delle aree produttive, che di quelle destinate a servizi per i cittadini.

Ne deriva che Acerra non è stata dotata di una nuova pianificazione urbanistica che, prioritariamente, puntasse a riqualificare, ristrutturare e rigenerare il tessuto edilizio esistente ed il centro storico, invece di prevedere nuove zone di espansione edilizia con migliaia di nuovi alloggi.

Inoltre alcune forze politiche eccepirono, che “il Puc non ha mai previsto un’area, su cui realizzare il nuovo stadio comunale; ha previsto l’abbattimento della scuola dell’infanzia “Montessori”, per realizzare un parcheggio e che lo strumento urbanistico è stato deciso in assenza di un ampio e partecipato confronto tra forze politiche, realtà sociali e mondo delle professioni. E che è stato deciso nel silenzio assordante e nella distrazione più totale dell’assessore delegato”.

Qualche altra forza politica di opposizione rilevò che “la Giunta comunale ha insistito nel pianificare, proponendo una crescita urbanistica assolutamente insostenibile e sovradimensionata rispetto alle previsioni statistiche, con un consumo di suolo anche nelle aree agricole. E si chiedeva, quanto il ritardo nell’approvazione del PUC incida ora sulla concreta utilizzabilità da parte del Comune dei fondi PNRR”.

Ad aprire la discussione in aula sul Puc era il Consigliere di opposizione Piatto, il quale voleva sapere, “quand’è che il Sindaco ha intenzione di approvare nella Pubblica Assise lo strumento urbanistico, così come aveva annunciato in campagna elettorale nove mesi fa”.

A relazionare all’aula consiliare era dunque il Sindaco Tito d’Errico il quale, dopo aver fatto una cronistoria dello stesso Piano regolatore e partendo dai vari punti del diniego espresso da Città Metropolitana e dalle controdeduzioni dei professionisti, tra l’altro, diceva:

“La Relazione istruttoria della Città Metropolitana eccepisce la mancanza di dimensionamento del fabbisogno di insediamenti produttivi di interesse locale ed attività terziarie. Secondo l’ex Provincia il calcolo dell’eventuale fabbisogno decennale di aree va documentato sulla base dell’analisi della domanda di aree produttive, raccolta anche attraverso avvisi pubblici e/o ricognizioni effettuate da associazioni industriali. Un discorso a parte meritano le aree produttive in zona Marchesa, in quanto facenti riferimento ad una previsione produttiva di livello metropolitano dello stesso PTC.

La stessa Città Metropolitana – proseguiva d’Errico – eccepisce sulle modalità di determinazione delle previsioni per standard e servizi, soprattutto all’interno dei nuovi comparti edificatori. In pratica la situazione del sistema delle infrastrutture e delle attrezzature di servizio di Acerra è significativamente carente.

Per cui uno degli sforzi maggiori del nuovo Puc è orientato all’implementazione di questa dotazione in termini quantitativi e qualitativi, garantendo la creazione di un vero e proprio sistema di aree per servizi ed infrastrutture e dei relativi collegamenti viabilistici e di mobilità dolce.

Ma siccome tale deficit non può essere colmato da interventi diretti dell’Amministrazione comunale, la realizzazione della parte sostanziale di questo nuovo sistema avverrà all’interno del bilancio di concretizzazione delle zone C2 aree di completamento dei margini urbani ed H1, aree d’integrazione urbanistica ed infrastrutturale…”.

Il Sindaco poi proseguiva elencando le altre criticità rilevate dall’ex Provincia di Napoli.

 

Joseph Fontano

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