Cari lettori, ci siamo. Secondo i Magistrati di Bergamo, guidati dal Procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, molte vite umane si sarebbero potuto salvare, se si fossero messe in campo misure di prevenzione e di contenimento tra gennaio e febbraio 2020.
Una pandemia che riempì 3 mila bare, contenenti persone defunte non sottoposte mai ad alcuna autopsia nella primavera del 2020 in provincia di Bergamo e portate via da automezzi militari. Tra i destinatari degli atti ci sono l’ex presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, il Presidente della regione Lombardia Attilio Fontana.
Con loro Dirigenti e funzionari chiamati a gestire l’emergenza della pandemia come il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, l’ex coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) Agostino Miozzo, il Presidente del Consiglio Superiore della Sanità Franco Locatelli, l’allora Direttore dello ‘Spallanzani’ Giuseppe Ippolito e l’allora Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. In totale 19 indagati.
Per Conte e Speranza gli atti sono stati inviati per competenza al Tribunale dei Ministri di Brescia. Due i rilievi dei Pubblici Ministeri: la mancata istituzione della zona rossa in Lombardia ed il mancato aggiornamento ed attuazione del Piano Pandemico, che si sarebbe dovuto applicare anche a livello regionale. In oltre due anni di indagini la Procura orobica ha raccolto una mole impressionante di documenti, che indicano negligenze ed omissioni e, dunque, un’errata gestione dei primi due mesi di Covid, quando Dirigenti del Ministero della Salute e della Regione Lombardia avrebbero sottovalutato il rischio.
In particolare per la mancata zona rossa di Alzano e Nembro devono rispondere di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti d’ufficio oltre a Conte, anche il Governatore Fontana, parecchi membri del CTS, l’ex Capo della Prevenzione del Ministero della Salute Claudio D’Amario, l’ex Segretario generale Giuseppe Ruocco e l’attuale Responsabile delle malattie infettive Francesco Maraglino.
Secondo la Procura si sarebbero dovute attivare misure di contenimento nella bergamasca, almeno a partire dal 26 febbraio. Sul Piano Pandemico l’inchiesta si sdoppia. A Bergamo si vuole procedere per la sua mancata attuazione nei confronti dei componenti del CTS e dell’ex Assessore lombardo al Walfare Giulio Gallera.
A Roma invece è destinato il filone per il mancato aggiornamento del Piano, che risaliva al 2006 e dimenticato nel cassetto. Circa 4 mila le morti che si potevano evitare. Indagata anche l’ex Ministro alla Salute Beatrice Lorenzin per l’omessa istituzione o rinnovo del Comitato Nazionale per la Pandemia. L’Associazione “Familiari Vittime del Covid” di Bergamo per mesi ha atteso con apprensione i risultati dell’indagine della Magistratura.
Nelle ore successive alla divulgazione da parte di tutti gli organi di informazione della tanto attesa notizia, l’ex premier Conte “si diceva tranquillo e pronto a collaborare con la Magistratura”. Con l’auspicio che il presidente dei grillini non venga colto di nuovo dai “vuoti di memoria”, avvertiti a Palermo, mentre rispondeva all’avvocato Giulia Buongiorno, quando si trovava dinanzi ai giudici, a testimoniare nel processo contro il suo Ministro Salvini per la vicenda degli sbarchi dei clandestini in Sicilia.
Ma il rimpallo delle responsabilità è già iniziato.