Contrasto all’illegalità, il movimento studentesco anticamorra di 40 anni fa passa il testimone agli studenti di oggi. Un gesto simbolico avvenuto sabato 5 novembre nel corso della manifestazione organizzata dal Dirigente del Liceo ‘Alfonso de Liguori’, Giovanni La Montagna.
Una straordinaria lezione di educazione civica, che anticipava di una settimana la marcia anticamorra, alla quale aderivano in tanti, a partire dall’Amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Tito d’Errico. Il quale, lungo il percorso, diceva:
“E’ una cosa grande vedere che, tanti giovani di oggi suggellano in questo momento un patto, con quelli che erano i giovani di allora. Questi sono i segni della nostra speranza. La mafia, la camorra possono essere combattute con la forza di questi giovani. Noi come Amministrazione abbiamo il diritto-dovere di accompagnarli in questo percorso e di fare tutto quanto è di nostra competenza. – le parole del primo cittadino – per rendere ancora più forte il senso di contrasto alla camorra e alle mafie”.
Amministrazione che, attraverso l’Assessore alle Politiche Scolastiche Milena Petrella, confermava che “si sta lavorando, per trovare soluzioni per il tempo pieno a scuola come strumento utile, a tenere lontani i ragazzi da certe tentazioni. Per contrastare questi fenomeni criminosi – aggiungeva Petrella – occorre quella cittadinanza attiva, che prevede responsabilità e corresponsabilità nell’impegno per il proprio territorio”. “Memoria, cultura e dignità per affermare, che esiste solo la legge dello Stato” era, invece, il messaggio rivolto ai ragazzi dal Tenente Colonnello Nicola De Tullio, a capo del Gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna, il quale evidenziava come “non debba essere messo in discussione il valore dell’istituzione ed il valore delle leggi, diffidando da certi modelli culturali tipici di alcuni film o serie tv, che offrono una realtà distorta”.
Proprio come i loro ‘colleghi’ di 40 anni fa, i liceali del ‘de Liguori sottoscrivevano un nuovo appello per la costruzione di una società libera dai pesanti condizionamenti delle organizzazioni criminali.
“Invitiamo le istituzioni, a promuovere azioni concrete per la legalità a tutela di tutti i cittadini con azioni di aiuto per i ragazzi più a rischio, le scuole a fare dell’educazione della legalità il cardine dei percorsi formativi e le famiglie, ad educare i propri figli sulla necessità di impegnarsi con passione e sacrificio, per costruire un progetto di vita e metterli in guardia dall’illusoria facilità di guadagno, che prospetta la criminalità organizzata” – le richieste emerse nel documento.
Movimento anticamorra nato nel 1982 dopo l’omicidio dell’avvocato Mangiarulo, quando i liceali dell’epoca, oggi tutti rinomati professionisti, tra cui Leandro Limoccia, che ha presentato il volume ‘…quei ragazzi che sfidarono la camorra’, decisero di riunirsi in assemblea.
Don Antonio Riboldi, ricordato anche dal Vicario Generale della Diocesi di Acerra don Nello Crimaldi, dimostrò subito comprensione per quei ragazzi e si rese disponibile, per supportarli in un percorso importante ed inedito per l’epoca.
Pochi mesi prima, infatti, lo stesso Vescovo ispirò lo storico documento “Per amore del mio popolo non tacerò” della Conferenza Episcopale Campana, che porterà poi a novembre dell’82 alla grande marcia anticamorra che raggiunse Ottaviano, terra del superboss dell’epoca Raffaele Cutolo.