Quella della quarta linea del termovalorizzatore, sito nella locale zona Asi, è un tema che ritorna ciclicamente in città (l’esordio lo si ebbe nel 2013), con le conseguenti accese e vibranti proteste (tra le quali non mancarono quelle del Vescovo Antonio Di Donna), della comunità acerrana.
Linea aggiuntiva necessaria, secondo il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, “perché, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, dal momento che si dovrà procedere alla manutenzione generale dell’impianto, che starà fermo per alcuni mesi, dobbiamo trovare aree di stoccaggio provvisorie dei rifiuti e, dopo questo periodo, smaltire nell’arco di due-quattro mesi i rifiuti accumulati. Non si può avere quest’emergenza continua e dobbiamo progettare subito una quarta linea di riserva, creando una soluzione definitiva per la gestione del problema in Campania”.
Per affrontare la questione la Chiesa, lo scorso 27 giugno, a più di 20 anni dalla prima imponente marcia silenziosa ad Acerra, per esprimere la preoccupazione della gente circa la costruzione dell’inceneritore, incontrava la città nel Chiostro del Seminario. Incontro introdotto dal Direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, Antonio Pintauro.
Per l’occasione monsignor Di Donna confermava e ribadiva “le proprie perplessità rispetto ad una politica di gestione dei rifiuti che, con lo spettro della quarta linea ed il continuo tentativo di potenziamento dell’impianto, dimostra di essere rimasta in questi anni prigioniera e succube della logica dell’emergenza e della pressione economica, dentro una visione miope e fallimentare di sviluppo.
Tutto questo rischia di produrre l’unico risultato di mettere ai margini la vera vocazione del territorio, mortificandone le ricchezze paesaggistiche, culturali ed archeologiche. E lasciando indietro il vero motore dell’economia: l’agricoltura”.
Intanto sulla quarta linea, tre giorni prima, la stampa quotidiana riportava un’interrogazione avanzata nel Consiglio regionale campano dalla Consigliera regionale di maggioranza Vittoria Lettieri, che si diceva contraria alla realizzazione della quarta linea. Question time a cui rispondeva l’Assessore regionale all’Ambiente e Vice-presidente della Giunta regionale Fulvio Bonavitacola, il quale dichiarava:
“La quarta linea dell’inceneritore è soltanto una ruota di scorta e non sarà un impianto per il potenziamento del termovalorizzatore ma una struttura sostitutiva delle linee, che potrebbero andare in blocco per un’avaria improvvisa. Linee che sono in attività già da diversi anni.
Quindi bisogna prevenire le emergenze. Se la Giunta regionale – aggiungeva l’Assessore – avesse avuto davvero l’intenzione, di potenziare il termovalorizzatore, non avrebbe annunciato la realizzazione di ‘smart stir’ impianti all’interno degli stir, in grado di ridurre l’eccedenza annuale di 120 mila tonnellate di frazione secca, plastica, alluminio, vetro e cellulose. E’ la prova, che non abbiamo intenzione di aumentare il conferimento di rifiuti nell’inceneritore. Purtroppo però i pregiudizi restano tali”.
Dal canto suo la Consigliera Lettieri replicava: “Sul concetto di ruota di scorta siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Noi però non vogliamo andare a Milano con un’auto, che abbia la ruota di scorta. Noi vogliamo andarci in bicicletta. Bisogna togliere carburante all’auto e fare in modo, che sia la terza linea la ruota di scorta e che si vada verso la dismissione dell’impianto, potenziando la raccolta differenziata”.
Venendo a lunedì 27 giugno, Pintauro ricostruiva le varie tappe, che hanno accompagnato la realizzazione del termovalorizzatore sul nostro territorio, sottolineando che uno studio di impatto ambientale dev’esserci a priori, scevro da qualsiasi condizionamento socio-economico ed ambientale.
E ciò per dare l’opportunità agli abitanti del posto, di poter partecipare e di restare informati, prima che si faccia un progetto. Tutto in sintonia con quanto stabilito dall’Enciclica n.183 di Papa Francesco.
Visto che la problematica dello smaltimento dei rifiuti interessa oltre 1 milione di abitanti di varie province, monsignor Di Donna coinvolse altri Vescovi della Campania, organizzando convegni ed incontri sempre più importanti a difesa della salute, dell’ambiente e dell’agricoltura, come quello del 2021 in difesa del creato, nell’intento di realizzare un’operazione verità.
E non mancò, durante la processione dei Santi patroni, Cuono e Figlio, di appellarsi ai candidati ad amministrare la città, “affinchè si impegnassero a difendere la città, guardando alla statua dei Santi patroni, pronunciando un secco no all’inceneritore”.