In più occasioni e da parte di vari cittadini si sente dire, che Acerra non è una città per giovani. Un’osservazione, sintomo di un malessere profondo, confermata anche dai dati Istat, che mostrano l’evidenza di un continuo saldo migratorio negativo.
Tradotto: ogni anno centinaia di giovani diplomati e laureati ‘scappano’ al Nord o all’estero, per cercare fortuna o per vedere realizzate le proprie potenzialità e riconosciute le proprie competenze. Per non parlare di chi resta che, con riferimento alla realtà acerrana, al degrado ed al vuoto cittadino e del centro storico in particolare, preferisce la socialità ed il tempo libero di altre realtà limitrofe, quali Nola o Pomigliano, ad esempio.
Una situazione consolidatasi nel tempo, che svuota la città sia di risorse umane, che economiche e che sembra non interessare gli amministratori cittadini e la politica locale.
Che, ormai, più che ragionare sui temi, è focalizzata sulla prossima tornata elettorale, in vista della quale già incominciano a trapelare nomi (e cognomi) di personaggi a tratti improponibili, vecchi dinosauri e minestre riscaldate, che si sono guardati bene, in questi anni, di seguire e di analizzare le complesse problematiche che, tutt’ora, attanagliano la nostra città. Ed in proposito interviene Vincenzo Riemma, presidente provinciale di Gioventù Nazionale, il quale dice:
“Centinaia di giovani acerrani scappano via e sembra che ciò non interessi a nessuno. Di chi è la colpa, se le nostre piazze soffocano nel degrado e se per molti l’unica aspirazione, per sentirsi realizzato in città, è fare il Vigile Urbano, il borsista al Comune o il raccoglitore dei rifiuti per tre mesi?
La politica locale non è stata capace di portare valore aggiunto. Il degrado, l’insicurezza, la mancanza di prospettive annienta qualsiasi ambizione: ecco perché si scappa via, per non tornare più. Se la politica vuole tornare ad essere nobile, deve permettere ai nostri talenti di sognare e mettere le radici nella propria città.
Serve però un vero confronto di idee e non una gara di politichese.
E, soprattutto, le soluzioni vanno condivise e non possono nascere a tavolino. Per questo – prosegue Riemma – trovo sgradevole l’ennesimo spuntare di simboli e di sigle, sorte dal nulla di personaggi in cerca d’autore. Gli stessi dinosauri della politica che, da anni, non dicono nulla e non producono nulla, se non a ridosso di una campagna elettorale.
Gli stessi che si autoproclamano “il cambiamento” in barba ad una carta d’identità, che parla chiaro e che li condanna al ruolo di minestre riscaldate. Gli stessi che, per anni, hanno scaldato la sedia, incapaci di affrontare una problematica con metodo. I nostri giovani meritano rispetto e soluzioni. In città mancano sostegni, per chi vuole aprire una partita IVA, mancano spazi di aggregazione, mancano spazi di confronto istituzionale.
Basti pensare – conclude l’esponente di centrodestra – che l’Assessorato alle Politiche Giovanili in città e non solo, è vissuto come un hobby. Credo davvero sia necessaria una nuova classe dirigente, perché le soluzioni non le può dare, chi non le ha date per anni.
Una classe dirigente appassionata e brillante, che sia nuova non perché giovane, ma perché capace di portare idee nuove, capaci di offrire in primis una prospettiva a medio e lungo termine”.