L’evento di venerdì 28 giugno, nella sala dei Conti del Castello Baronale di Acerra, è stato la presentazione del libro “A ciascuno il suo” di Angelo Manna, nato ad Acerra il 08.06.1935 e deceduto a Napoli l’11.06.2011. Con la famiglia Manna, che ha donato alla Biblioteca comunale, perché siano esposti, 22 libri ed un Cd musicale dal titolo “Parole e Note”, tutti prodotti dal noto giornalista, sono intervenuti il Sindaco Raffaele Lettieri, l’Assessore alla Cultura nonché Vice-sindaco Tito D’Errico, il Prof.Aniello Montano, il Dott.Antonio Santoro, Mons.Francesco Perrotta, cittadino onorario di Acerra, il Dott.Angelo Tortora e la Dott.ssa Teresa De Simone, che ha moderato con competenza gli interventi dei convenuti e che ha illustrato la figura del poeta, giornalista, scrittore e deputato al Parlamento Italiano Angelo Manna.
Il Sindaco, inoltre, ha scoperto la lapide, intitolata allo scrittore, nella strada in cui è nato, ossia a via Enrico Toti, in pieno centro storico, così come deliberato dall’esecutivo guidato dal primo cittadino lo scorso 25 giugno, attraverso la Delibera di Giunta comunale n.58.
Durante il convegno, tenutosi nell’antico maniero di piazza Castello, i relatori hanno esplicitato il pensiero “Manniano”, ossia: non c’è una cattedra della lingua napoletana, dove imparare il dialetto, quello parlato ogni giorno dalla gente. Il dialetto italianizzato della borghesia e dei letterati è un’altra cosa. Il dialetto è la nostra identità, la nostra tradizione e, poiché con c’è una scuola, questo lavoro è svolto dai volontari, “e’ patute”, come il Manna li definiva.
La colpa è dei neo-petrarchisti, che rinnegano il dialetto, per affermare l’unità linguistica e politica d’Italia. Il primo ad esserne colpito è il “mammasantissimo” Basilio Puoti, che da palazzo Bagnara assestava i suoi micidiali colpi. Don Basilio Puoti, il purista della lingua italiana, come ha ricordato Aniello Montano. Personaggi offuscati dalla letteratura ufficiale, come Emmanuele Rocco, Vittorio Imbriani, Molinaro del Chiaro, Nicola Capasso, Nicola Valletta sono riemersi nello stile “provocatorio” del Manna e nelle relazioni di Montano, Santoro e Perrotta. Sul brigantaggio, cavallo di battaglia del Manna, si è soffermato ancora Santoro, ricordando il brigante Curcio, che agiva e che fu ucciso nel territorio acerrano. Manna chiama i piemontesi “assassini dei fratelli d’Italia” ed il massacro dei briganti il più glorioso suicidio di massa della storia.
Presente anche il Maestro Modestino De Chiara, Direttore della Scuola Civica di Musica che, unitamente al Civico concerto bandistico di Acerra, ha musicalmente accompagnato la cerimonia di intitolazione della strada al noto scrittore locale e di scoprimento della targa marmorea, con l’esecuzione dell’inno di Mameli. Gli alleggerimenti musicali, eseguiti all’interno della sala Convegni del Castello dal sassofonista Peppe Renella, hanno poi deliziato i numerosi convenuti alla cerimonia. Un ringraziamento va tributato al Vice-segretario comunale Dott.Vincenzo Castaldo ed al personale della Biblioteca Comunale per l’organizzazione della manifestazione.
Antonio Santoro